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Prezzi in rialzo per il borsino immobiliare a Pordenone

Nonostante ci siano case ancora vuote, con proprietari costretti a proporre sconti sul prezzo per poter trovare acquirenti interessati, il mercato immobiliare risulta ancora fermo.

  Il caso limite è, secondo il borsino immobiliare nazionale, quello di Sacile, piccolo paese in provincia di Pordenone: il Comune ha provveduto a creare nuovi alloggi, ben 156 sarebbero le offerte solo per gli affitti, ma le case restano disabitate.

  Nel paesino ci sarebbe anche un bello sconto rispetto alla media regionale: un 12%, che però si traduce, per il borsino immobiliare, in un costo medio di 1400 Euro al metro quadro. Si tratta di un costo ancora troppo oneroso a causa delle garanzie richieste dalle banche e della stringente crisi economica (che riduce le possibilità di ottenere un lavoro e di ottenere il denaro necessario per l'acquisto).

  In alcuni casi, però, anche le medie esplodono: per un appartamento abbastanza grande, a Sacile si supera la media regionale del 10%, creando quindi una situazione che allontana i potenziali acquirenti dal mercato immobiliare.  

Gli immobili non affittati, né venduti, non sono solo quelli di lusso: anche le abitazioni considerate “medie” o a buon mercato non si riescono a posizionare nel mercato immobiliare, soprattutto nel Friuli Venezia Giulia.

  Le più colpite dalla crisi sarebbero le mansarde, con un calo che si avvicina al 14% del valore immobiliare. Le quotazioni non sembrano accennare segnali positivi, almeno per quanto riguarda il secondo trimestre del 2015.   Quest'anno è stato caratterizzato dal segno meno: è quanto si evince dal borsino immobiliare, che mostra, nei primi sei mesi, un calo superiore al 5%, a prescindere dalla tipologia di immobile.  

Il dato deve essere preso in considerazione come media: il paradosso è che i dati dimostrano cali meno gravi per le villette, che perdono “solo” il 2,5% del valore immobiliare a parità di periodo.

  Il caso di Sacile non è isolato: anche se i Comuni fanno di tutto per arginare il fenomeno, non possono certo smuovere l'economia nazionale. Si fa quel che si può, promuovendo l'edilizia e creando le condizioni per consentire a più persone di ottenere un finanziamento per rimettere in modo il mercato immobiliare. La soluzione sarebbe una riforma non solo del Catasto, ma anche del welfare, per dare maggiori opportunità di lavoro e, di conseguenza, stimolare il mercato partendo da una politica attenta ai consumi.